Roger Ver e il polverone sollevato sui Bitcoin

Scontro sui Bitcoin: qual è quello vero? Ragnar Lifthrasir, autodefinitosi “appassionato sostenitore del Bitcoin” ha messo nel suo personalissimo mirino Roger Ver, tra i primissimi investitori in Bitcoin: ah, quest’ultimo è stato anche già condannato, e precisamente a 10 mesi di carcere nel 2002 per aver venduto esplosivi su eBay. E su Reddit non sono andati leggeri nei suoi confronti.

Insomma, nulla di nuovo sotto al sole di Ver. Ma le accuse sono nate stavolta da uno strumento che serve a visualizzare i dati su Bitcoin.com, di proprietà dello stesso Ver: si tratta del “block explorer“, che indica i Bitcoin come BHC e i Bitcoin Core come BTC. Notate qualcosa? Ma certo: per gli esperti, l’etichetta è posta al contrario: sono i Bitcoin ad essere BTC, e non i Bitcoin Core (per tutti, i BHC).

Ecco: il pomo della discordia è stato proprio questo. E la polemica si è spostata su Reddit, dove si è arrivati a chiedere alle persone di segnalare Bitcoin.com all’Internet Crime Complaint Center dell’FBI. E su Telegram c’è chi si mobilita per una causa legale.

Di sicuro, questa è una vicenda su cui bisognerebbe indagare. E più in generale, va fatto un serio dibattito su come si definisca il Bitcoin, e soprattutto su chi o che cosa lo definisca. Per l’ingegnere Casa Jameson Lopp “non esiste un’organizzazione che lo faccia“, ma le interpretazioni sono chiaramente diverse. E poi non c’è accordo sul punto di riferimento comune. Per Ver “il vero bitcoin deve soddisfare la visione di Satoshi“, ossia di un sistema di denaro elettronico peer to peer. Tutto questo è presente nel whitepaper originale, annata 2009.

Il software di Bitcoin, nel corso del tempo, è stato sottoposto a varie interpretazioni, ma non ha mai cambiato l’obiettivo: aiutare chi esegue il software a giudicare la validità di una cronologia delle transazioni. Però oggi il programma include un componente chiamato “logica della catena migliore” all”interno delle regole di consenso: al momento del lancio, la regola era però diversa e affermava che la corretta catena di blocco BC era la “catena più lunga”. Ossia quella con il maggior numero di blocchi di dati forniti dai minatori. Dopo qualche tempo, la regola è stata poi cambiata per seguire la catena con la prova di lavoro maggiore, la potenza di calcolo spesa dai minatori, che ha la funzione di aggiornare e di proteggere la catena.

Il cambiamento è stato visto da tutti come un upgrade. C’è stata qualche discussione sulla “catena più lunga”, ma tutto sommato non si è stati costantemente divisi. Perché allora il punto di vista di Ver è praticamente considerato oltraggioso? Bitcoin uguale software, per Ver. E all’interno di questi ci sono criteri che lasciano pensare che si trattino di BCH. Esempi? Tariffe basse, pagamenti affidabili. BCH, per Ver, batte BTC sempre e comunque, tranne per la “catena più lunga, con più potenza di calcolo”. Ma solo perché BTC ha più miners e più potenza di calcolo.

Da qui non si è più cambiato registro: Ver continua a riferirsi al BCH come Bitcoin, difendendo le sue azioni e irridendo la minaccia di contenzioso. Il pensiero di Ver è chiaro: non ha bisogno di nessuno che gli dica come e cosa sia il Bitcoin. E gli sviluppatori? Per loro non c’è una risposta davvero giusta. E no, non si può definire obiettivamente i Bitcoin.

Nonostante questo, qualcuno potrebbe portare in tribunale Ver: ma con quali risultati? Scarsi, probabilmente: gli unici che potrebbero citarlo sono coloro che hanno acquistato BCH invece di BTC, e che l’hanno fatto pensando che si trattasse di bitcoin. Qualcuno ci ha già provato, ma Ver li ha agevolmente battuti.