Cosa sono le Cbdc, l’esatto opposto delle criptovalute
Le CBDC (Central Bank Digital Currency) sono l’esatto opposto delle criptovalute e, per questo motivo, vengono viste di buon occhio dal Fondo Monetario Internazionale (FMI).
Ma di cosa parliamo nello specifico? In pratica le CBDC sono versioni digitali della valuta fiat di uno Stato. Ciò ha delle conseguenze ben precise a livello finanziario ed economico. Vediamo quali.
Cosa sono le CBDC?
Le CBDC vengono emesse, come il denaro contante, dalle banche centrali dei rispettivi Paesi. Come le stablecoin sono quindi ancorate ad un rapporto 1:1 con una valuta, ma la differenza con queste ultime è sostanziale. Le stablecoin, infatti, non vengono emesse dallo Stato, ma da entità private. Sono queste ultime a detenere la liquidità emessa dalla banca centrale.
Proprio per il fatto di essere emesse da un ente nazionale, le CBDC sono gradite da entità extra-nazionali come il Fondo Monetario Internazionale che le considera una nuova forma di denaro digitale. Il motivo di tanta benevolenza sta in una parola: controllo. La possibilità di sapere chi emette il denaro e come, rende superfluo il fatto che si tratti di una moneta digitale, poiché è semplicemente “l’emanazione elettronica” di una valuta reale. Per questi motivi attualmente ben 81 Paesi si sono posti lo scopo di realizzare una valuta CBDC.
Attualmente questo tipo di valuta è in vigore in soli cinque paesi al mondo: Bahamas, Saint Kitts e Nevis, Antigua e Barbuda, Santa Lucia e Grenada.
Il futuro delle CBDC
Sono molti i Paesi che stanno decidendo come procedere sulle CBDC. Addirittura c’è il progetto di quattro banche (La Banca dei Regolamenti Internazionali ‘BRI’ insieme alle banche centrali di Australia, Malesia, Singapore e Sud Africa) di lavorare ad una moneta digitale unica. Scopo di tale progetto è sviluppare piattaforme che abbiano lo scopo di facilitare le transazioni degli utenti. Per realizzare ciò si affideranno a diversi modelli di blockchain che renderanno più facili per le banche centrali condividere le infrastrutture CBDC.
Siamo quindi di fronte ad un paradosso: da una parte gli Stati provano a creare una valuta digitale che tagli fuori le criptovalute, ma, dall’altro, per realizzare ciò, si affidano alla tecnologia che combattono. Questo perché tutti si sono resi conto che il modello blockchain rende più facili e sicure le transazioni, ma continuano a combattere l’idea di una moneta non controllata da un’autorità centrale.
Problema privacy
Il problema principale che rischiano di incontrare le CBDC è quello legato ala privacy degli utenti. È possibile, infatti, che per poter validare una transazione mediante CBDC vengano richieste più informazioni possibili agli utenti. Si va, dunque, verso un maggior controllo anche per quel che riguarda i flussi finanziari. Esattamente il contrario di ciò che era lo scopo di Satoshi Nakamoto quando ideò il bitcoin.
È da capire dunque, se veramente il progetto CBDC prenderà piede o meno. Gli Stati Uniti, ad esempio, non sono del tutto sicuri di questo progetto, mentre altri Paesi ne studiano bene gli effetti. Al momento, dunque, le CBDC rischiano solo di essere un “prodotto di nicchia” nel campo finanziario mondiale.
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